Paese tranquillo, il
Canada. La porta di casa non viene mai chiusa a chiave, sul pullmann
nessuno si guarda attorno con sospetto, ancorando il portafogli alla
tasca dei pantaloni, nessuno intravede nell'altro un potenziale
pluriomicida o un ladro incallito. Nessuno, tranne l'italiano
trapiantato a nord che, nonostante nulla qui gli sia mai stato
sottratto o nessuna aggressione sia mai stata perpetrata ai suoi
danni, si ostina tuttavia a scorgere pericoli e incipienti crimini in
ogni dove.
E questo, in effetti, è
il mio caso. La diffidenza tipica di chi viaggia sulla 90 a Milano o
di chi ha subito il furto di decine di biciclette permea il mio
essere talmente profondamente che nemmeno in questa pacifica landa
ghiacciata riesco a prendere un mezzo di trasporto senza controllare
lo zaino o a fantasticare di possibili serial killers in agguato
tutte le volte che il mio Barbaro Canadese va a letto senza chiudere
la porta di casa (il che avviene praticamente ogni sera).
Sebbene sia stata più e
più volte sbeffeggiata per questa mia propensione alla previsione di
crimini mai avvenuti, le mie doti da Cassandra hanno, finalmente e
una volta per tutte, messo a tacere i candidi canadesi e il loro
innocente sguardo sul mondo.
Il tutto ha inizio ai
primi di agosto, quando una nuova coinquilina fa la sua inaspettata
entrata in scena a casa del Larry, occupando la stanza che fu
dell'ultracattolico quebecchiano Martin, partito alla volta del
petrolifero nord (sì, esiste qualcosa più a nord di qui!). Io, con
influenze lombrosiane delle quali mi vergogno profondamente, inizio a
dubitare della nuova arrivata sin dalla stretta di mano.
La prima sera, un po'
indispettita dalla mia cronica diffidenza, me ne vado a dormire con
la gatta Maggie, sperando che l'indomani mi porti in dono un po' di
fiducia nel genere umano. Ma ecco che, nel cuore della notte, la
coinquilina, da allora ribattezzata “Creepy Roommate”, mi
catapulta nel mezzo di uno a caso degli episodi di Paranormal
Activity, iniziando a ripetere, a mo' di rito satanico, “I know who
you are and you know who I am” ad un immaginario personaggio
presente nella sua stanza. Dopo essermi barricata in camera con la
Maggie, ho constatato come il mio ateismo non sia d'aiuto quando
acqua santa e rosario sarebbero la risposta più adeguata.
Questa è la prima delle
poche notti trascorse a casa con lei.
La seconda sera di
coabitazione si apre con la Roommate che, sempre più ubriaca, inizia
a raccontarmi terrificanti storie di vita vissuta incentrati su
ripetuti abusi domestici, un presunto incesto e un po' di sana
prostituzione, fino a che la ciuca vira sul violento e lei inizia a
buttare all'aria tutto ciò che si trova sul tavolo dove sto cenando,
per infine accusarmi di averle rubato le calze. Ovviamente, la serata
si conclude con un ennesimo episodio di soliloquio alla Paranormal
Activity e conseguente clausura mia e della Maggie.
La notte numero tre parte
bene perchè, nonostante io sia terrificata per l'assenza del Larry
(a Vancouver per lavoro), la Roommate pare sobria e, dopo avermi
narrato le sue vicissitudini in materia di salute, mi dice che sono
una bella persona e si mette tranquilla tranquilla a guardare la
televisione in sala.
Io decido che, dopo
tutto, sono proprio una stronza a essere così prevenuta nei suoi
confronti e mi vergogno persino di aver messo in salvo a casa del
Mandon l'anello con rubino di mia nonna (unica cosa di valore che io
possieda). Decido che da domani sarò una persona migliore e inizierò
a costruire una sana fiducia verso gli altri e, per dare maggior
vigore al mio proposito, io e la Maggie concordiamo di non chiudere a
chiave la porta della camera.
Senonchè, in seguito
all'emanazione del mio personale manifesto di amichevolezza verso il
genere umano, perdo circa dieci anni di vita per lo spavento di
venire svegliata nel cuore della notte dalla Creepy Roommate che,
come se niente fosse, all'una e passa mi avvisa dell'arrivo del suo
ciclo e mi fa cortese richiesta di soldi per andare a comprare i
tampax ad un inesistente negozio aperto ventiquattr'ore su
ventiquattro. Quando le porgo i miei di tampax lei, con fare tra lo
scocciato e il deluso, si allontana e, poco dopo, in seguito ad una
serie di chiamate da un ignoto personaggio maschile, se ne esce per
mete ignote. Io, ricordando i racconti etilici di prostituzione,
decido che la prossima volta che mi viene un attacco di fiducia è
meglio se conto fino a cento e comunque mi chiudo in camera con la
gatta, nel caso torni con qualche cliente.
Nonostante i miei
tentativi di messa in guardia del Larry, la sua canadesità gli
consente solo di ammettere che, sì, in effetti la Roomie è un po'
stranella ma che no, non è assolutamente pericolosa. Nel mentre,
inizia la lenta scomparsa dei miei capi di abbigliamento...
Il quarto episodio della
saga mi vede tornare a casa dopo una cena da un collega (Larry sempre
a Vancouver) e trovare la porta del bagno chiusa a chiave e la
coinquilina presumibilmente intenta a farsi una doccia. Reputandomi
fortunata per la mancata interazione, mi lavo i denti in cucina e me
ne vado a letto sigillandomi in caso di un'improvvisa proiezione
domestica di Shining. Un'ora più tardi, la Roommate sta ancora
facendosi la doccia e, siccome ho rinvenuto una strana droga, inizio
a sospettare che sia deceduta dopo aver battuto la testa sulla vasca,
in preda a fumi psicotropici. Visualizzando scenari da CSI Edmonton,
esco dal mio bunker e vado a bussare alla porta del bagno...dopo
dieci minuti di disperati colpi alla porta e di urla, finalmente una
flebile voce mi risponde che lei è “fine”. Va bene, niente
squadra scientifica per stasera, me ne torno a letto. Peccato che,
dopo un'altra ora, la tizia sia ancora sotto la doccia! Aspettandomi
rivoli di sangue sgorgare da sotto la porta, mi avvio a portare
avanti l'ennesima sessione di colpi&urla che, questa volta, dopo
altri interminabili minuti, porta alla fuoriuscita dal bagno della
Creepy Roommate, totalmente strafatta ma viva. La mattina successiva,
vedendomi far colazione con due occhiaie tante, mi chiede se stia
rincasando in quel momento. Beata amnesia della notte precedente!
Il giorno successivo,
decido preventivamente di passare la notte dal Mandon, dove sto
comunque per trasferirmi e, a rendere ancora più saggia la mia
decisione, arriva una telefonata del Larry che, sulla strada del
ritorno da Vancouver, mi sconsiglia di tornare a casa perchè la
Creepy lo ha chiamato millantando la presenza di un intruso.
E qui entra in scena per
davvero CSI Edmonton.
La Roomie che, sotto
effetto di alcolici e droghe, è in preda a pesanti allucinazioni che
la portano a credere ci sia qualcuno in casa, al ritorno del Larry
pare comunque essersi calmata e, nonostante i due abbiano una
discussione rispetto ad un prestito di soldi, il buon Larry, credendo
risolta la cosa, se ne va beato a guardare la televisione sulla sua
poltroncina reclinabile, con tanto di copertina da pensionato
addosso. Peccato che, poco dopo, alle sue spalle spunti
all'improvviso la Creepy Roommate che, armata di coltello, come ogni
buon killer mira subito alla carotide, per poi colpire il gomito e la
mano del pover'uomo. Ma siccome il Larry è nato con la camicia, la
Roomie lo colpisce in maniera non letale e gli lascia pure
l'occasione di scappare in cerca di aiuto. A questo punto, mentre il
Larry, sanguinante e barcollante, si rifugia dai vicini, la star del
remake di Shining riesce ad impossessarsi delle chiavi del pick-up e
con quello a darsi alla fuga. Peccato che il sistema antifurto
satellitare permetta alla polizia di rintracciarla nella vicina
località di Leduc, dove viene fermata e portata in arresto.
Attualmente si trova
reclusa nel carcere di Edmonton, in attesa del processo per tentato
omicidio e furto di macchina.
Il Larry, acciaccato e
pieno di punti, ha comunque una nuova, avvincente storia da
raccontare ai nipotini.
Io ho recentemente
traslocato dal Mandon e, pur avendo rintracciato alcuni capi di
abbigliamento rubati dalla Roommate, sto ancora elaborando il lutto
per la scomparsa del mio bellissimo vestito nuovo di pacca e della
mia giacca viola.
Morale della storia:
l'italiano trapiantato a nord, grazie alla sua congenita diffidenza,
ha più probabilità di sopravvivenza del canadese medio, ammesso che
non venga colto da ipotermia.