giovedì 16 giugno 2011

Welcome to Poughkeepsie...

Svariati sono i motivi per cui tutti dovrebbero conoscere Poughkeepsie: ci viveva una delle fidanzate di Ros di Friends (ma lui l'ha lasciata perché abitava troppo distante da New York); ha visto infanzia ed adolescenza dell'ormai famosissima Snooki di Jersey Shore e tuttora è residenza del padre che, a quanto dicono, è orgogliosissimo della figlia libertina; in Ally McBeal, John Cage usa il nome della città per cercare di risolvere i propri problemi di balbuzie; infine, ci hanno ambientato un trucido film dell'orrore (pardon, un mockumentary, o documentario farlocco) chiamato, appunto, The Poughkeepsie Tapes.
Non so dire con esattezza per quante ore alla settimana percorro le strade di Poughkeepsie, ma credo che il numero si aggiri intorno alla ventina, perché ci tocca scorrazzare di qua e di là con gli utenti del centro diurno, travestendo questo girovagare da attività educativamente rilevante. Nonostante il mio senso dell'orientamento (pari a quello di una zucchina gialla del Vermont) non mi consenta ancora di raggiungere senza gps il mitico centro commerciale dal fantasioso nome di Poughkeepsie Galleria, posso ormai vantare un'ampia conoscenza della popolazione locale, che è composta per la stragrande maggioranza da persone di colore. Devo tale conoscenza alla mia collega Michele che, circa ogni mezzo miglio, incrocia qualche suo parente, amico, conoscente o conoscente di conoscente.
In base ai dati raccolti tramite questa action-research, il saggio antropologo noterebbe che ogni famiglia poughkeepsiese ha almeno un membro che è stato o tuttora risiede in carcere o in riformatorio o per rimettere in libertà il quale è stato necessario vendere il suv per pagare la cauzione. In quanto a criminalità, Poughkeepsie si fa beffe del Bronx, anche se tutti gli abitanti sono pronti a giurare e spergiurare che sia una città sicura. Peccato che il resto dell'universo mondo sia convinto del contrario.
I miei personaggi della mala preferiti sono lo Zoppetto e la Skinny Junkie: il primo cammina claudicando per le vie del centro per via del fatale errore commesso nel rubare dei soldi al tizio sbagliato il quale, armato di mazza, gli ha spaccato entrambe le gambe (e il commento unanime dei poughkeepsiesi è “conviene sempre sapere a chi si ruba del denaro”); la seconda è quella per cui tifo da che sta acquistando adipe su adipe nel lungo cammino della disintossicazione da crack. E vedendo quanto si spaccia per le strade della città, si può capire quanto sia difficile restare puliti quaggiù. Ma il mio criminale prediletto è quel conoscente della Michele che, dopo aver commesso un furto, è riuscito a sfuggire dalle grinfie dei policemen correndo più veloce di Nembo Kid: si racconta che la gente presente all'inseguimento facesse chiassosamente il tifo per il ladruncolo palestrato e che, nel corso dell'azione, un poliziotto sia rovinosamente caduto al suolo tra le risate generali. Ai più famosi fuorilegge fa da sfondo una moltitudine bianca (chiamata simpaticamente white trash), nera, latina che arranca a fatica da un cestino dell'immondizia all'altro, per raccattare lattine e bottigliette di plastica e ricavarne qualche centesimo portandole nelle strutture per il riciclo o che si aggira per le mensa gratuita del centro dove lavoro, sperando di trovarvi cibo e, se sono “fortunati”, anche il proprio spacciatore di fiducia.
Poughkeepsie pullula di quartieri composti di case abbandonate dai proprietari dopo che un inaspettato intervento del comune ha intimato di sistemare le mura fatiscenti o il tetto marcio: ma chi ce li ha i soldi per pagare la ristrutturazione? E allora conviene sigillare le finestre e le porte con assi di legno (spesso marce anch'esse), sperando che nessun homeless o nessun crackomane decida di eleggere proprio quel prefabbricato decadente a proprio giaciglio. E poco importa se in ogni dove abbiano appeso cartelli che intimano “no loitering” (non bighellonare), perché l'oziare-con-birra-in-mano generalmente tracima dalle verande per invadere strade, cortili, parcheggi...
La parte ricca di Poughkeepsie è tendenzialmente bianca, anzi, immacolata e generalmente non ha bisogno di cartelli intimanti “no tespassing” o simili, in parte perché il senso di inadeguatezza e di pezze al sedere ha un certo successo nel tenere lontani i poveracci, un po' perché credo che ogni intruso corra il concreto rischio di provare sulla propria pelle quanto sia qui apprezzato il secondo emendamento della costituzione americana. La Michele un giorno mi ha portata in tour per le super ville gigantesche dei quartieri alti e ho potuto apprezzare il disagio nell'essere squadrati da desperate housewives ben vestite e pronte ad andare a giocare a tennis.
Insomma, tutti dovrebbero conoscere Poughkeepsie...

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