domenica 25 gennaio 2015

Pollo&MammaCanadesia alla scoperta dell'Italia


Eccoci qui, ritornati nella lovely, lovely Edmonton dopo tre settimane di furore in Italia, dove la famiglia canadese (Pollo&MammaCanadesia) ha potuto incontrare quella italiana, nell'ambito del progetto internazionale “ammazza quanto ce piasce la lasagna (vegan)”.
Il tour ha avuto inizio con la fuga dal Canada in una tipica giornanta glaciale edmontoniana, durante la quale l'entusiasmo del viaggiatore è incredibilmente rimasto intatto per tutte le venti ore di peregrinazione tra Nord America ed Europa, nonostante agenti doganali poco “friendly”, nonostante la sindrome da sedere piatto e nonostante l'herpes di dimensioni bibliche che mi compare ogni volta che ritorno in patria.
A Milano, il comitato di benvenuto ha egregiamente introdotto la Canadian Family agli usi e costumi locali, come il parcheggiare in divieto di sosta per poi contrattare coi vigili su possibili multe, la guida sportiva a scossoni nel traffico milanese, lo stipare in macchine ridicolmente piccole cose e persone che le leggi della fisica vorrebbero in spazi molto più ampi. A tutto ciò, mia madre ha aggiunto un tocco distintivo: l'attentato alla vita di mio padre, spinto a velocità supersonica su di una carrozzina del '15-'18, mentre il pubblico canadese assisteva basito. Letterale commento di MammaCanadesia "Italians are crazy".
La permanenza dai miei è stata scandita da visite di amici e parenti con diversi livelli di padronanza della lingua inglese ma tutti contraddistinti dall'incredibile voglia di comunicare con Pollo e MammaCanadesia e tutti propensi al rituale del bacio&abbraccio, usanza non molto diffusa qui in Ghiacciolandia, dove il toccare il tuo interlocutore “Italian style” ti fa passare per maniaco e libidinoso. Oltre allo tsunami amico-parentale, i due poveri canadesi sono stati investiti pure da quello culinario, che ha reso vero e tangibile lo stereotipo del “mangia, mangia!” e che ha trasformato pranzi e cene in interminabili riti di iniziazione alla cucina locale (in chiave vegan) e all'uso di bevande alcoliche durante i pasti, tabù in Nord America. La pennichella postprandiale è diventata consuetudine consolidata soprattutto grazie a mia madre che, con premura materna e sguardo rapace, attendeva che il duo si sedesse sul divano per coprirli con la copertina da riposino con tanto di sigillatura dei piedi a mo' di fagottino.
Per far apprezzare il Bel Paese a MammaCanadesia, che non è praticamente mai uscita dal Canada, io e Pollo abbiamo deciso di organizzare delle spedizioni a Venezia, Roma e Napoli. Ovviamente, le nostre doti organizzative e di gestione del tempo ci hanno portati a pianificare il tutto all'incirca la notte prima della partenza, conferendo alle circostanze una nota, come dire, di suspance ed un'aura da bettole di quart'ordine raccattate online.
A Venezia tutto è filato liscio: ottimo ostello, cibo decente, tempo non troppo schifido. In più, abbiamo trovato due guide d'eccezione in Gabry e Guido che, a colpi di vinello, ci hanno fatto perdere, ops, immergere nella Venezia più famosa così come in quella meno nota.
L'avventura romana è stata un po' più complicata...tipo che a due nanosecondi dall'arrivo a Tiburtina lascio Pollo da solo per cinque mintuti al bar della stazione e, al ritorno con espresso in mano, lo ritrovo derubato del suo bagaglio. Connotati e mole da nordamericano lo hanno reso un visibile bersaglio per i borseggiatori, che hanno utilizzato il noto schema ”uno lo distrae e l'altro lo deruba” e che e, contando su un'agilità un poco migliore di quella del mio Barbarian da 150 kg, lo hanno seminato alla prima rampa di scale, dopo un inseguimento alla Benny Hill.
Quest'episodio ha messo in risalto una delle principali differenze culturali tra italiani e canadesi: loro si fidano della gente, noi ci fidiamo della nostra mano sul portafogli. Nonostante li avessi messi in guardia da quisquilie come borseggi, truffe et similia, anni ed anni di porte lasciate costantemente aperte, di autobus dove non ti devi aggrappare alla borsetta, di paesi dove non ti rubano la macchina manco se la lasci accesa con chiavi inserite, hanno reso i miei canadesi due individui troppo fragili per sopravvivere indenni alle metropoli nostrane. Grazie al cielo, nello zainetto sottratto con l'inganno al povero Pollo c'erano praticamente solo i suoi vestiti, con i quali i borseggiatori avranno probabilmente confezionato delle tende, ma per sostituire i quali abbiamo sacrificato una giornata intera e 200 e passa euri in un negozio di taglie forti zona Vaticano, dove la XXL nordamericana viene venduta come una XXXXXL italiana, a beneficio dell'autostima di Pollo
A parte questo spiacevole evento iniziale, il dream team se l'è spassata alla grande nella capitale e la mitica Rosse' ci ha pure introdotti ai segreti della muratura dell'antica Roma...ammazza! Pollo è addirittura riuscito a resistere all'invitante richiamo dei venditori ambulanti e non ha acquistato nessuno selfie stick né alcun orrido dipinto, tipo quello che, comprato in piazza Navona da un artista di strada, ancora giace negletto in qualche polveroso angolo del nostro garage a Edmonton e forse vedrà di nuovo la luce sulla parete del bagno.
Prima di approdare a Napoli, ho esercitato un po' di terrorismo psicologico sul duo canadese, giusto per prepararli all'evenienza di ulteriori borseggi. La mia notoriamente pessima capacità di previsione ha però fatto sì che Pollo e MammaCanadesia si ritrovassero “scoperti” sul fronte “guerriglia stradale urbana partenopea”, e tale miopia li ha resi più vulnerabili di un pacifista hippie per sbaglio lanciato in Vietnam in un giorno a caso degli anni Sessanta. Dopo aver infatti rischiato molteplici volte di essere stirati da vari tipi di veicoli su marciapiedi, in aree pedonali e credo anche nel corso dei loro sogni notturni, i miei due canadesi hanno decretato che Napoli non faccia per loro e che dovrebbe essere classificato come crimine contro l'umanità l'importare in un ambiente dalla densità umana di un formicaio affollato delle persone abituate a vivere in una nazione che ospita trentacinque milioni di abitanti su una superficie più grande dell'Europa.
I ricordi che si portano a casa da Napoli sono la folla oceanica per il tributo a Pino Daniele, il letto rotto dal Pollo all'ostello ammuffito dove alloggiavamo e una foto ricordo indelebilmente stampata nella loro memoria di una famiglia di tre persone tutte allegramente a bordo di un minuscolo motorino, senza casco e con un barboncino bianco in braccio.
Sul treno Napoli-Milano il sollievo dei Canadians era palpabile...peccato che poi abbiano provato a truffarli pure sul Malpensa Express, aaah!
Il ritorno nella waste land edmontoniana ci è costato altre ottomila ore di viaggio, tre check-in e interminabili chilometri macinati all'interno di aeroporti vari, mentre la depressione post Italia è stata affrontata a suon di vinello e taralli comprati all'Italian Center locale e con sessioni di pet therapy con Phelony, reduce da tre settimane di vacanze dallo zio ed un'aggressione ad un cervo decorativo nel giardino dei vicini.
Adesso ci aspettano i preparativi per un altro viaggio, ma questa è un'altra storia...

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