lunedì 28 marzo 2011

Drive safe!!!

Le strade americane sono piene di insidie.
Prima fra tutte, quella dei cervi kamikaze.
Questi splendidi animali integralisti decidono talvolta di protestare contro le macchine e la cementificazione con attacchi suicidi a sorpresa. I cervi kamikaze sono il mio principale terrore: chi mi conosce sa che, se mai dovessi uccidere un gioioso animaletto boschivo, passerei il resto dei miei giorni in una sorta di autismo impermeabile ad ogni stimolo esterno. Già mi vedo con gli occhi sbarrati e un filo di bava penzolante dalla bocca, mentre sul mio cervello, a mo' di schermo, vengono proiettate non stop le immagini dell'investimento.
Per evitare di trucidare cervi, ci sono delle regole auree da seguire scrupolosamente: primo, andare a circa 20 miglia all'ora (sperando che gli autisti delle rarissime macchine alle vostre spalle non siano esperti in riti voodoo); secondo, abbassare i finestrini, rischiando la morte per assideramento, mettendo musica country o christian rock (qui esiste davvero!!!) a palla per scoraggiare i kamikaze; terzo, ricordarsi che, quando si vede un cervo, nove volte su dieci ce ne sono altri cinque pronti a lanciarsi sull'asfalto.
Nell'ambito degli scherzetti boschivi, vorrei spendere due parole circa gli squirrels ipercinetici. Questi gioiosi scoiattolini grigi, noti in Europa per essere particolarmente bastards nei confronti dei nostri scoiattoli rossi, corrono ad ogni ora del giorno e della notte come schegge impazzite su e giù per le strade che attraversano il bosco, probabilmente in preda alle stesse allucinazioni che spinsero la popolazione di Salem a bruciare tutte quelle streghe. Gli squirrels sono imprevedibili e, generalmente, agiscono da soli. L'unica tecnica che pare funzionare è la comunicazione attraverso le onde cerebrali, da me perfezionata grazie allo sviluppo dell'ipofisi durante la settimana di night shift. Il mio più grande successo in tale campo l'ho registrato con lo scoiattolo tossicomane che se ne stava un giorno fermo immobile sul ciglio della strada, in prossimità di una curva a gomito, con un'immensa noce tra le zampine. Gli ho telepaticamente detto “Hey fratello, se ti muovi sei fritto perché magari non riesco a frenare in tempo, quindi resta lì con la tua noce alle amfetamine finché non vedi il sedere della mia Sweet Princess”. Grazie al cielo ha funzionato e lo scoiattolino tossicomane in questo momento sta probabilmente spacciando crack ai frikkettoni di Woodstock.
Alla voce “persone/animali/cose a rischio investimento”, vanno menzionati anche i numerosi giovani vestiti in stile hip hop che generalmente cammino ai bordi della road 28 nella più totale oscurità. Sono tuttora ignote le cause che spingono tali individui a mettere in atto un simile comportamento.
Un'altra insidia delle strade americane è rappresentata dalle traffic lights. E qui l'antropologo credo abbia molte domande da porsi circa gli usi e costumi a stelle e strisce: perché gli americani sentono l'incontrollabile bisogno di collocare i semafori al centro degli incroci, lontano anni luce dal punto in cui le macchine si devono fermare? Perché mai li appendono come addobbi natalizi in balia del vento? Perché hanno almeno una dozzina di frecce e lucine che, lungi dal chiarire chi ha la precedenza su chi, inducono improvvisi attacchi epilettici? Bisogna prestare molta attenzione alle traffic lights, perché generalmente ne trovi una (perlopiù inutile) ogni mezzo miglio e, se devi anche evitare squirrels e cervi, la guida diventa davvero impegnativa!
Tra l'altro, l'europeo sprovveduto deve ricordare che, sebbene in tutto il mondo il colore rosso significhi STOP!, qui in America le leggi cromatiche sono talvolta sovvertite perché, se al semaforo devi girare a destra, il rosso può vuol dire verde...a meno che, appeso in alto in alto, in balia del vento, non penzoli un cartello in bianco e nero con la scritta “no turn on red”. Lì allora devi ricordarti che il rosso è rosso anche qui.
Guidando sulle strade della provincia, spesso capita di imbattersi nella macchina della polizia o, peggio ancora, dello sceriffo. Se in entrambi i casi è cruciale ricordare di NON scendere dalla macchina per stringere la mano al poliziotto e di posizionare le manine ben in vista sul volante (si sa mai che nel cruscotto sia nascosta una 44 Magnum), nel caso in cui si tratti dello sceriffo va menzionata la difficoltà aggiuntiva di mantenere un atteggiamento serio ed impassibile di fronte al cappellino reso famoso dal cartone Yogi Bear.
Personalmente, ritengo che la maggiore fonte di preoccupazione per l'automobilista straniero sia il pullmino giallo del sevizio scuole, meglio noto come “fucking school bus”.
Quando ne vedi uno sulla tua rotta, non puoi far altro che iniziare il solito rosario di imprecazioni nel tuo proprio idioma che, a mo' di mantra contro lo stress, ti aiuterà (forse) a sopravvivere alla successiva mezz'ora fatta di una piacevolissima andatura a singhiozzo. Perché qui in America i bambini sono sacri e, per evitare di schiacciarli sotto le gigantesche ruote dei pick up, ogni volta che il pullmino giallo si ferma per far scendere gli scolari (circa ogni trecento piedi), tutto il traffico si blocca come in una sorta di flash mob, attendendo che i cartelli di stop dello school bus vengano riassorbiti dal corpo metallico. Perciò, non importa in quale senso di marcia tu stia andando, non importa che tu sia uno scoiattolo crackomane, un cervo kamikaze, Thelma e Louise a bordo della loro Ford Thunderbird, o un povero straniero che tenta di raggiungere il posto di lavoro disperso nella foresta: se incroci il fucking school bus, nessuno potrà salvarti dal calvario che ti attende!

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