giovedì 3 marzo 2011

Fucking roommates

Faccio fatica a vedere la tastiera del computer, perché il nostro americanissimo impianto elettrico ha la potenza di un fagiolo bollito e attualmente regge solo la televisione (che nessuno guarda) e la stufetta di Grande Puffo, che dovrebbe preservarci dai geloni agli alluci.
Nonostante il rischio di cataratta e nonostante il mio ruolo di “uomo di casa” mi imponga di scendere nella cantina di Stephen King ogni volta che si presenti un blackout (ovvero circa ogni dieci minuti) per lottare a corpo libero contro il quadro elettrico, provo a dire qualcosa circa i loschi figuri che vivono con me nella ridente Kingston.
Inizio da Kamala, da me ribattezzata Kamalita, o Crazy Kamalita.
E' la mia sorellina/mamma nepalese, la mia fornitrice di cibo indiano speziatissimo, quella che la mattina mi sveglia alle ore più improbabili urlando il mio nome dalle scale, regalandomi il miglior buongiorno che potrei trovare in terra straniera. Le voglio molto bene, anche se, dopo aver insistito per guardare la televisione, ora pretende di mischiare a CSI NY un capolavoro di Bollywood che sta guardando sul portatile. Kamalita è la miglior allieva (nonché l'unica) della mia personale scuola guida, dove si apprendono le tecniche per sopravvivere sull'aspro asfalto statunitense ed altri fondamentali trucchetti come raggiungere col gps la lavanderia dietro casa, aggiustare il volume assordante della musica indiana al semaforo rosso, raggiungere pedali e volante di una Volvo bella massiccia, senza quasi arrivare al metro e cinquanta di altezza.
Kamalita è una delle persone più generose che conosca e il fatto che abbia deciso di accollarsi metà dai miei turni notturni la dice lunga sulla questione.
In casa è temuta per via della sua innata abilità nel far scattare il molestissimo allarme antincendio con la preparazione di piccantissimi manicaretti che puntualmente i coinquilini olandesi si rifiutano di mangiare a pranzo, onorando la sacra distinzione fiamminga tra pranzo=cibo freddo e cena=cibo caldo.
Kamalita va tenuta sotto controllo in prossimità di centri commerciali e negozi vari, perché la sindrome dalla quale è affetta la porta a spendere tutto il contenuto del portafogli e a perdersi nei meandri dei punti vendita, dando del filo da torcere alle squadre di soccorso ed alle unità cinofile che generalmente utilizziamo per cercarla. Oggi, ad esempio, l'ho persa di vista solo per pochi minuti e me la sono ritrovata alla cassa con una rice cooker da venti dollari sotto al braccio.
La Nata è, oltre a me, l'altra esponente del paese della pasta-mafia-mandolino.
In questo momento dovrebbe essere a Poughkeepsie a dimenarsi al ritmo di qualche musica tamarra che io sono troppo vecchia per poter apprezzare.
La Nata è positiva, sempre, anche se alcune circostanze l'hanno messa a dura prova. Ad esempio, la prima volta che ha fatto benzina il suo ottimismo ha brutalmente cozzato contro un inaspettato prolasso del serbatoio della sua Dodge, presumibilmente provocato dall'esuberanza della Nata stessa. Pare che qualche mano angelica abbia poi risolto l'increscioso contrattempo incastrando il serbatoio in qualche parte della macchina sconosciuta a noi europei.
A dire il vero, pare che la Nata abbia un rapporto conflittuale con la propria macchina, perché pochi giorni dopo la vicenda del serbatoio, con una mossa degna di Mandrake, si è autochiusa fuori dalla Dodge. Siccome siamo in America e la megalomania è la cifra distintiva in ogni campo, quando chiami il 911 per confessare il misfatto, in tempo zero ti viene recapitato a casa un intero camion dei pompieri con equipaggio al completo, tutti pronti ad aprire con tecnologia della NASA la porta bloccata. Credo che tuttora la Nata sia vittima di incubi ricorrenti dove il soldato Ryan e G.I. Jane vengono paracadutati in Spring Street per pulirle il parabrezza.
Bas, detto anche Lord Bloom, è un bambinone olandese con la fissa per la tecnologia.
Non l'ho mai visto così felice come quando è entrato in possesso del proprio computer Apple e, d'altra parte, non l'ho mai visto così a pezzi come quando, dieci giorni dopo l'acquisto, è venuto a conoscenza del lancio di un nuovo software. A quel punto, l'unica cosa per la quale valesse davvero la pena vivere era avere quel software installato sul suo nuovo-già vecchio pc ed è inutile dire che le 53,9 miglia che separano casa dall'Apple Store di Albany sono state percorse come fossero poche centinaia di metri: laggiù il suo sacrosanto diritto ad un nuovo Apple è stato rispettato.
Bas è la persona più pulita della casa: lava e igienizza ogni superficie, sterilizza il bucato e credo disinfetti anche il proprio corpo utilizzando del Lysoform. Ma il destino gli ha giocato un perfido scherzetto, appioppando in sorte proprio a lui l'armata delle pulci impazzite, contro la quale ha combattuto una strenua battaglia a suon di insetticida, lavaggi di bucato ancora più frequenti ed aggressivi, criotrattamento dei tessuti (leggi: mutande in freezer per una notte intera), vitamine pulce-repellenti e riti sciamanici. In cuor suo, spera di aver scritto oggi l'ultimo capitolo di questa travagliatissima storia, grazie all'avvento di un nuovo, potentissimo alleato: l'uomo baffuto e paffuto mandato dalla ditta Terminex (il nome è una garanzia) armato di una micidiale bomboletta spray, brandendo la quale ci ha cacciati da casa per ben quattro ore.
Bas è il mio vicino di stanza e con lui condivido il bagno che, ovviamente, è sempre lindo ed in perfetto ordine ed il cui uso è rigidamente regolato da una tabella dei turni per l'afflusso dell'utenza (io e lui) alla doccia.
Il Bas ti sa anche stupire, come quando gli scoiattoli di New York lo hanno eletto a proprio re, nonché mastro dispensatore di muffin ed è stato possibile vedere in lui una specie di estasi boschiva, mentre una serie di gioiosi animaletti coduti lo circondava gentilmente.
Silke è un'altra fiera esponente del paese dei polder e del formaggio ed è condannata ad essere circondata da gente che, probabilmente per un'anomale conformazione del palato, non è assolutamente in grado di pronunciare il suo nome. Ormai in casa la chiamiamo tutti alla maniera kamalese-nepalese: “Slikaaaaaaaaaa”, da pronunciare con le stesse onde sonore con le quali i delfini comunicano tra di loro. Anche Silke porta alto il baluardo della divisione tra cibo freddo e cibo caldo, nonché della cena mai dopo le 19.00. Questo credo la porta ad inorridire ogni volta che incappa in qualcuno di noi intento a divorare impronunciabili piatti orientali alle ore più bizzarre della notte.
Attualmente, la Slikaaaaa sta combattendo con la homesickness e spero che ne uscirà vincitrice, anche se la vita nella terra dello zio Tom non è così semplice, soprattutto quando ti appioppano i turni di notte...
The Man On The Other Side Of The Street è un leggendario abitante della strada dietro casa e la sua principale attività consiste nell'osservarci, come fossimo degli insettini in un vasetto.
Nato come parto della mia mente, col tempo ha preso consistenza, tanto che si sospetta sia lui a gettare le pulci addosso a Bas, a provocare miliardi di blackout al giorno, a manomettere il riscaldamento, a rompere il boiler, a far partire l'allarme antincendio, a rubarci la biancheria e pure ad inclinarci le fondamenta della villetta, tanto che tra poco potremo entrare in casa direttamente dalle finestre del secondo piano.

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